Come si diventa leghisti by David Allegranti

Come si diventa leghisti by David Allegranti

autore:David Allegranti
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851169473
editore: De Agostini Libri
pubblicato: 2019-01-27T16:00:00+00:00


I poveri li avrete sempre con voi

Mezzogiorno e mezzo, l’anonima porta marrone della mensa si è da poco spalancata. La Piccola casa della divina provvidenza del Cottolengo si trova in via Mazzini, una parallela di corso Italia, eppure sembra un altro universo rispetto alla via dello struscio commerciale.

Le persone sono in fila ad attendere il loro turno per un piatto di pasta e del prosciutto. Alcune di loro, se uno le incontrasse per strada, neanche direbbe che sono senzatetto o povere: sono ben vestite, hanno i capelli curati.

A riceverle c’è Miretta Falaschi, pisana, che è nella Caritas da venticinque anni e da undici si occupa della mensa, e suor Riccarda delle suore del Cottolengo, milanese, da pochi mesi in città. I volontari all’opera in questo freddo martedì di novembre sono tutti giovani universitari, hanno appena iniziato a servire il pranzo.

Tra questi c’è anche Giovanni, il ragazzo che ho incrociato in piazza Dante. È lui che mi ha fatto venire l’idea di visitare la mensa del Cottolengo, mi aveva spiegato che da quattro anni fa il volontario qui. Lo saluto, oggi ha una felpa nera con cappuccio di Star Wars. Gli chiedo come mai ha deciso di fare il volontario, e lui con un’alzata di spalle mi dice che è cattolico e il babbo fin da piccolo gli ha spiegato il senso dell’essere cittadinanza attiva, una cosa che va oltre il giorno del voto e si pratica quotidianamente.

Mi racconta come funziona la mensa: il cibo arriva già cucinato, i volontari lo servono e poi puliscono tutto. «Ho vissuto in un paese, non in una città, per cui quando sono arrivato a Pisa mi sono accorto di quanto fosse diversa dalla realtà alla quale ero abituato», mi dice Giovanni mentre i suoi compagni preparano i piatti. «Nel mio paese non c’erano tante persone povere, invece a Pisa ne ho viste un sacco. Ho visto stranieri ma anche pisani, più o meno i numeri sono gli stessi.»

Africani provenienti dal Nord del continente ma anche dall’Africa subsahariana, pochi asiatici, molte persone dell’Est Europa, soprattutto badanti, rumene o ucraine. Qualche russo, anche maschio, mi dice. «E poi, tra gli italiani, soprattutto anziani o uomini di mezza età. Immagino che abbiano perso il lavoro, qualcuno magari ha problemi psichici o di salute che gli rendono difficile inserirsi nella società.»

Il Comune, in generale, non ha mai fatto tantissimo, dice Giovanni, ma è normale: «L’associazionismo di stampo cattolico ma anche di altre matrici viene incontro al bisogno senza che per forza ci sia una mano dall’alto. Però l’associazionismo va curato, quindi è importante che rimangano queste realtà. Perché questi sono presidi importanti». Non tutti la pensano così. Citofonare Lega, che non vede l’ora di liberarsi degli stranieri ma anche di chi li aiuta, perché così li fa restare sul territorio.

Tutt’intorno la gente mangia velocemente, non c’è caos. Due ragazzi attirano la mia attenzione. Chiedo notizie: una ha diciotto anni, i capelli neri, la frangetta, è pisana come la sua famiglia, neanche diresti che è stata appena accolta in



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